di Dino Paternostro
Quello di Andrea Raia, segretario della Camera del lavoro di Casteldaccia, fu il primo delitto mafioso del secondo dopoguerra in provincia di Palermo. Raia venne assassinato a Casteldaccia, un comune della fascia costiera vicino Palermo, la sera del 5 agosto 1944. Era membro per conto del Pci della Commissione comunale per il controllo dei granai del popolo. Puntiglioso nello svolgere il suo ruolo, si scontrò ben presto con l’amministrazione comunale. Nonostante i tentativi delle autorità di ridimensionare il significato dell’assassinio, tratteggiando la figura dell’attivista politico-sindacale come quella di un poco di buono, donnaiolo e spesso “alticcio”, alla fine, lo stesso maresciallo della stazione dei carabinieri di Casteldaccia non poté esimersi dallo scrivere «che la uccisione del Raia sia stata determinata dalla attività da lui svolta in favore dei granai del popolo e per la propaganda contraria che gli faceva l’Amministrazione Comunale e specialmente il Sindaco al quale era pervenuta la notizia che il Raia aspirava a sostituirlo nella carica».