CasteldacciaPuntoDoc
Appunti per una storia di Casteldaccia e dei Casteldaccesi
lunedì 7 ottobre 2024
Sicilie del vino nell'800: I duchi di Salaparuta a Casteldaccia... non lontani da Bordeaux
martedì 9 aprile 2024
I prigionieri casteldaccesi nella Seconda guerra mondiale: Giuseppe Minneci
di Pietro Simone Canale
La vita del soldato – Prima Parte
Quella del soldato casteldaccese è la vicenda dei POW (Prisoners of War), finora poco studiata, sebbene esistano importanti opere storiografiche su di essa e un’interessante memorialistica di coloro che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ebbero la fortuna di rientrare in Italia dalla prigionia.
Il fenomeno dei POW non deve essere confuso però con quello degli IMI (Internati Militari Italiani) rinchiusi nei lager nazisti, poiché diverse sono le loro caratteristiche.[2]
La triste storia, qui riportata, è parte della storia militare della Seconda guerra mondiale, ma è nello stesso tempo un piccolo contributo alla storia sociale italiana del Ventennio ed in particolare del Meridione sotto la dittatura. Quella di Minneci è uno dei tanti frammenti di storia collettiva.[3]
Ricostruire la sua vicenda personale non è stato semplice, poiché i documenti in possesso non sono molti e le informazioni che da questi si ricavano sono poche e parziali. Tuttavia, si è fatto ricorso alle opere storiografiche sul fenomeno e alle testimonianze edite di chi ha vissuto in quegli anni la stessa sorte e la stessa prigionia, al fine di rendere più comprensibile la tragedia umana non solo del militare, ma di tutti i soldati italiani catturati dagli alleati. Inoltre, è possibile consultare le trascrizioni delle lettere e delle cartoline inviate dal soldato alla famiglia al seguente link Documenti
I prigionieri casteldaccesi nella Seconda guerra mondiale: Giuseppe Minneci - Documenti
Cartoline dal
fronte
Cartolina n. 1 – Cattedrale di Tripoli (senza data – probabilmente autunno 1939)
Bacio la destra ai miei genitori e a tua madre bacio a mia sorella e figli saluto a tuo fratello saluto ai zii e cugini e a quelli che dimandano da me saluto a compare Salvatore e a nostra commare Vincenzina e saluto la sua famiglia di nuovo ti abbraccio al mio cuore e pure ai nostri cari figli particolare a Giuseppina e sono tuo affettuoso sposo che ti penso sempre Minneci Giuseppe Addio buone cose e coraggio sempre. Queste cartoline che ce scritto cattedrale vuole ch’è una chiesa già che si vede benissimo e questa chiesa e a Tripoli che io ci o passato di la vicino ma non ci o potuto entrare perché ci siamo stati pocho a Tripoli e ne anno partito per qua dove già ci trovamo perora basta addio. Giuseppina e mai dimenticarti mai di me come io a te che ti penso tutti i minuti che ti vorrei vedere con desiderio che tu te lo immagini se o desiderio.
Cartolina 1 - Cattedrale di Tripoli (recto) |
domenica 10 marzo 2024
Casteldaccia Solidale
venerdì 2 settembre 2022
"Quel favoloso sbarco" di Gianni Guaita
sabato 29 gennaio 2022
'A Zotta: riferimento culturale tra gli anni Settanta e Ottanta
A’ Zotta, dal siciliano «frusta» o «flagello», è stato un mensile, poi bimestrale, autoprodotto e curato dal Centro Culturale “Maria SS. Immacolata”. Famoso tra gli anni Settanta e Ottanta, ha segnato un’epoca: un punto di riferimento negli anni in cui Casteldaccia cerca di liberarsi da quella coltre mafiosa. Fondamentale in questo progetto il ruolo della parrocchia, in particolare di padre Cosimo Scordato. Nella redazione degli anni ’80, sita in via Lungarini n° 10, tra i più attivi si annoverano Filippo Fiorentino, Paolo Di Giacinto, Gaetano Aiello, Cosimo Virruso, Lucio Galati, Pierluigi Lo Monaco, Giuseppe Panno, Giusy Fiorentino e Giancarlo Mancuso. Tra gli autori compare anche un anonimo ed enigmatico “Quisque de populo”. Non mancano gli spazi dedicati agli alunni delle scuole medie. La copertina è, invece, realizzata dal compianto artista casteldaccese Giovanni Castiglia. Non è stato facile ritrovare i numeri della rivista, ma buona parte si trova conservata presso la biblioteca della parrocchia. Chiediamo la collaborazione della comunità casteldaccese per colmare le lacune dei numeri mancanti in questa raccolta della A’ Zotta.
martedì 15 dicembre 2020
Andrea Raia, assassinato nell'agosto del '44
di Dino Paternostro
Quello di Andrea Raia, segretario della Camera del lavoro di Casteldaccia, fu il primo delitto mafioso del secondo dopoguerra in provincia di Palermo. Raia venne assassinato a Casteldaccia, un comune della fascia costiera vicino Palermo, la sera del 5 agosto 1944. Era membro per conto del Pci della Commissione comunale per il controllo dei granai del popolo. Puntiglioso nello svolgere il suo ruolo, si scontrò ben presto con l’amministrazione comunale. Nonostante i tentativi delle autorità di ridimensionare il significato dell’assassinio, tratteggiando la figura dell’attivista politico-sindacale come quella di un poco di buono, donnaiolo e spesso “alticcio”, alla fine, lo stesso maresciallo della stazione dei carabinieri di Casteldaccia non poté esimersi dallo scrivere «che la uccisione del Raia sia stata determinata dalla attività da lui svolta in favore dei granai del popolo e per la propaganda contraria che gli faceva l’Amministrazione Comunale e specialmente il Sindaco al quale era pervenuta la notizia che il Raia aspirava a sostituirlo nella carica».
venerdì 13 novembre 2020
Topazia Alliata (Palermo 1913 – Roma 2015)
In verità io personalmente non ho dato gran peso al cognome che porto. Certo, un notevole peso lo ha la storia che questo cognome, questa famiglia ha attraversato. Una storia fatta di pagine grigie, di pagine nere, di pagine d’oro… una storia nella quale si sommano intelligenze e negligenze, potere e arroganza, generosità e possesso, opportunismo e grandi opportunità… chiamarsi Alliata, allora, significa, forse, portarsi inconsapevolmente dentro il peso di tutto questo… mi piace pensare che lungo la linea di questa famiglia corra sempre un elemento unificante è quella misteriosa capacità creativa, un dono che si perpetua, che ci ha sospinti, anche se con risultati diversi, verso la cultura, l’arte, spesso su posizioni di avanguardia.