giovedì 31 luglio 2014

Estate 1982. Triangolo della morte Bagheria Casteldaccia Altavilla - Il dossier



di Nino Fricano

Estate 1982. Casteldaccia vive il suo periodo più traumatico. La mafia mostra la sua faccia folle e sanguinaria. Da forza silenziosa e paternalistica, legge e ordine dai metodi spicci, tradizione di ingiustizia sociale ma anche di stabilità e conservazione, la mafia diventa instabilità isterica, quotidianità gangsteristica, morti ammazzati, tantissimi morti ammazzati, e dunque massacro irrazionale, sparatorie in pieno giorno, ogni giorno, e soprattutto tanta, tanta paura.

Il romanzo L'estate che sparavano di Giorgio D'Amato ricostruisce quei giorni e quegli eventi. La voce narrante è quella di un ragazzino di 16 anni che lavora in un bar del paese. Il romanzo in questione (leggi qui la scheda) è stato fondamentale per la stesura di questo post, insieme alla consultazione dei giornali dell'epoca (L'Ora e Giornale di Sicilia) che potete visionare nelle due fotogallery di CasteldacciaPuntoDoc su Pinterest (clicca qui e qui)

domenica 27 luglio 2014

Sul triangolo della morte: Estate 1982, le femmine nude e le ammazzatine


Da StupeFatti Blog, a cura di Nino Fricano.

Estate 1982. l'Italia è campione del mondo. Tardelli corre e urla di gioia. Anche i siciliani urlano, e non solo di gioia. Ma correre, quello viene più difficile. Estate 1982. A Palermo e provincia ci sono concerti troppo belli. C'è De Gregori, i Pooh, Cocciante, Venditti, Baglioni, Morandi. Il 14 luglio alla Favorita arriva Frank Zappa (5). Però è un disastro. I poliziotti cominciano a lanciare lacrimogeni contro alcuni fan che hanno scavalcato le transenne. Il concerto viene interrotto. Frank Zappa incazzato nero. Dichiara “Cascasse il mondo, non tornerò mai più in Europa”.

giovedì 24 luglio 2014

L'estate che sparavano di Giorgio D'Amato

Giorgio D'Amato, L'estate che sparavano, Messina, Mesogea, 2012, 144 pp., (Petrolio, 5), ISBN 9788846921161.

Il romanzo L'estate che sparavano ricostruisce i mesi di fuoco in cui il nome di Casteldaccia rimbalzò sui giornali di tutta italia come uno dei vertici del famigerato “triangolo della morte”, insieme a Bagheria ed Altavilla Milicia. L'autore, Giorgio D'Amato, che in quegli anni lavorava in un bar di Casteldaccia, ha ricostruito quel periodo anche con l'ausilio di testimonianze dirette – come soggetti coinvolti a più livelli in quelle dinamiche mafiose - oltre ad un approfondito lavoro di documentazione su fonti pubblicistiche, giornalistiche ed atti processuali.

Così la presentazione del libro:

Il 3 agosto 1982 a Casteldaccia viene ucciso il cognato del boss Filippo Marchese, uno dei più sanguinari uomini di Cosa Nostra. Nell’arco di 8 giorni moriranno 15 persone. A ricostruire i delitti e dare un profilo chiaro dei killer e delle vittime è un narratore insolito, un ragazzino di sedici anni, che mischia al lucido racconto degli eventi storici le esperienze di vita quotidiana, la cultura cinematografica e quella letteraria, ma soprattutto lo stretto legame che lo lega al suo amico Antonio. Con un registro preciso ma semplice, l’autore racconta una giovane generazione che vive anni di modernizzazione consumistica, in cui però non tutti sono estranei alle sollecitazioni culturali e ai sogni ribelli dei due decenni precedenti, nonostante il pressante contesto ad alta concentrazione mafiosa.