di Nino Fricano
Estate 1982. Casteldaccia vive il suo periodo più traumatico. La mafia mostra la sua faccia folle e sanguinaria. Da forza silenziosa e paternalistica, legge e ordine dai metodi spicci, tradizione di ingiustizia sociale ma anche di stabilità e conservazione, la mafia diventa instabilità isterica, quotidianità gangsteristica, morti ammazzati, tantissimi morti ammazzati, e dunque massacro irrazionale, sparatorie in pieno giorno, ogni giorno, e soprattutto tanta, tanta paura.
Il romanzo L'estate che sparavano di Giorgio D'Amato ricostruisce quei giorni e quegli eventi. La voce narrante è quella di un ragazzino di 16 anni che lavora in un bar del paese. Il romanzo in questione (leggi qui la scheda) è stato fondamentale per la stesura di questo post, insieme alla consultazione dei giornali dell'epoca (L'Ora e Giornale di Sicilia) che potete visionare nelle due fotogallery di CasteldacciaPuntoDoc su Pinterest (clicca qui e qui)