lunedì 21 settembre 2015

Casteldaccia: analisi di un territorio. Anno scolastico 1987-1988

di Pietro Simone Canale

CASTELDACCIA. Analisi di un territorio. Anno scolastico 1987-1988, a cura della Scuola Media Statale "Luigi Capuana" di Casteldaccia, Palermo, Tea Nova, 1988, 203 pp. 


Gli occhi dei ragazzi sono in grado di scovare la bellezza e la vera natura delle cose. Sbaglia chi dice che i giovani pecchino di ingenuità. Casteldaccia. Analisi di un territorio è pertanto un libro bello e vero. Il «fine ultimo» è «quello di modificare e migliorare la realtà di Casteldaccia; di stimolare un reale apprendimento che comporta modifiche dei comportamenti individuali» (p. 14). 
Credo che molti ricordino questo libro, anche perché, rispetto all'introvabile libro di padre Russo, questo ebbe molta circolazione e diffusione. 

Parlare di questo libro significa anche parlare di un progetto educativo, poiché la genesi di questo libro ha inizio nel 1985, quando la neo-preside dell'istituto, Mirella Pezzini, chiese ai docenti, al fine di programmare la didattica, «un'analisi sulla situazione di partenza degli alunni e sui bisogni e risorse del territorio» (p. 12). Questo libro incarna, infatti, una concezione profonda e nobile dell'educazione e della formazione nella scuola: essa infatti soltanto aiutando i giovani «a conoscere se stessi e la realtà che li circonda», può «renderli capaci non solo di comprendere criticamente il reale ma anche di operare per migliorarlo» (p. 12). 
Non fu un libro soltanto per i ragazzi, ma fu uno strumento efficace anche per gli insegnanti, chiamati a conoscere lo «ambiente di provenienza degli alunni per comprendere i motivi dello svantaggio e i problemi del territorio» (p. 13). Esso fu un libro anche e soprattutto per il territorio, giacché il «fine ultimo» è «quello di modificare e migliorare la realtà di Casteldaccia; di stimolare un reale apprendimento che comporta modifiche dei comportamenti individuali» (p. 14). 
L'Analisi di un territorio è quindi un percorso di scoperta, fatto dai ragazzi, attraverso la conoscenza dell'ambiente, la scoperta della storia, dell'arte, delle tradizioni e della cultura, la comprensione dello sviluppo urbano, della politica e della situazione economica locale. E tuttavia è un percorso, in cui sono i figli, i ragazzi delle medie, a condurre per mano i propri genitori e i propri nonni alla riscoperta di Casteldaccia. 
Invitiamo dunque, usando le parole della preside, a rileggere «questo libro con una attenzione particolare cercando di operare, ciascuno nel proprio contesto, per contribuire a risolvere i punti di crisi, per difendere e consolidare quelli positivi» (p. 15). 
Questo libro, infine, è anche un'opera pionieristica. Dopo Casteldaccia, la prof.ssa Mirella Pezzini ha replicato l'iniziativa presso L'istituto scolastico “Giovanni Verga” nel quartiere palermitano dell'Albergheria, e poi nella scuola “Gregorio Russo” di Borgo Nuovo a Palermo, dove è stata preside per 20 anni. 

PS – Da segnalare le interessanti considerazioni a proposito del ruolo della casa all'interno della comunità casteldaccese. Si fa un paragone con le case dell'Inghilterra, paragone che può sembrare azzardato ma che invece porta ad acute osservazioni e spunti di riflessione: 

La diversità tra l'abitante di Casteldaccia e quello di una qualsiasi cittadina inglese è, senz'altro, frutto di condizioni storiche ed economiche diverse e si può notare risalendo alla vita dei nostri antenati. Infatti, l'attività principale del casteldaccese, un tempo, era basata quasi esclusivamente sull'agricoltura e, quindi, il contadino dopo aver trascorso un giorno a contatto con la natura, la sera non aveva bisogno di rilassarsi all'aria aperta.
(…) L'inglese ha cercato di rendere più umano l'ambiente circostante e, proprio in contrapposizione col paesaggio industriale, ha voluto difendere se stesso coltivando un'arte che non solo gli ricorda costantemente la bellezza della natura stessa, ma lo aiuta a salvaguardare la sua salute: il giardinaggio. (…)
L'aspetto del nostro paese resta ancora oggi in parte quello del tipico paesaggio agrario della Sicilia; sebbene ci siano costruzioni moderne con verde attorno, esse sorgono più per un certo gusto estetico che per il bisogno di ricreare la natura
La casa è il simbolo della ricchezza economica di una famiglia. Essa deve essere molto grande e come spesso avviene da noi, alcune stanze vengono usate solo quando si hanno ospiti di riguardo. Ci sono talvolta abitazioni che sembrano dei veri musei. Nel costruire una nuova casa non ci si preoccupa che sia funzionale, che ci permetta di trovare ogni comfort, ma si pensa al prestigio che può derivarne al proprietario. 
Abbiamo deciso di dare ai nostri lettori l'opportunità di usufruire del libro realizzato dagli studenti della scuola media, perché riteniamo quest'opera fondamentale e necessaria al fine di dimostrare che negli anni '80 Casteldaccia reagì alla mafia con intelligenza, creatività e coscienza.


Consulta il libro : 


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