È morta lunedì 23 novembre, a Roma all’età di 102 anni, Topazia Alliata di Villafranca. Il corpo è stato tumulato a Casteldaccia, nella cappella della famiglia Alliata, accanto al padre Enrico. Suggeriamo alcune fonti (libri, articoli e interviste) per approfondire la figura di Topazia Alliata e il ruolo degli ultimi Alliata a Casteldaccia:
lunedì 7 dicembre 2015
martedì 3 novembre 2015
Casteldaccia Insieme: mensile dal 1992 al 1993
Durò un anno il mensile Casteldaccia Insieme, diretto da Giuseppe Manzella, dal 1992 al 1993. Insieme cercava di rappresentare la comunità casteldaccese in tutte le sue caratteristiche principali: cultura, politica, tradizioni, religione. Senza faziosità, antagonismo gratuito – ma neanche con eccessiva piaggeria - “Insieme” raccontava la Casteldaccia del suo periodo, valorizzando le radici e rappresentando anche gli eventi funesti che accadevano in quegli anni (lettere anonime, minacce, fino alle stragi di Capaci e Via D'Amelio), risultando essere una voce importante e degna di nota della pubblicistica locale. Vi scrivevano: Paolo Di Giacinto, Giovanni Tomasello, Pino Schembri, Gianni Chillemi, Gaetano Aiello, Salvatore Caeto, Maria Priulla, Vito Vassallo, Pino Fricano, Giuseppe Panno, Filippo Fiorentino, Francesco Tomasello. Direttore responsabile: Pietro Franzone.
lunedì 21 settembre 2015
Casteldaccia: analisi di un territorio. Anno scolastico 1987-1988
di Pietro Simone Canale
CASTELDACCIA. Analisi di un territorio. Anno scolastico 1987-1988, a cura della Scuola Media Statale "Luigi Capuana" di Casteldaccia, Palermo, Tea Nova, 1988, 203 pp.
Gli occhi dei ragazzi sono in grado di scovare la bellezza e la vera natura delle cose. Sbaglia chi dice che i giovani pecchino di ingenuità. Casteldaccia. Analisi di un territorio è pertanto un libro bello e vero. Il «fine ultimo» è «quello di modificare e migliorare la realtà di Casteldaccia; di stimolare un reale apprendimento che comporta modifiche dei comportamenti individuali» (p. 14).
Credo che molti ricordino questo libro, anche perché, rispetto all'introvabile libro di padre Russo, questo ebbe molta circolazione e diffusione.
Scuola a Casteldaccia: intervista a Mirella Pezzini
di Nino Fricano
Mirella Pezzini è stata preside della scuola media "Luigi Capuana" di Casteldaccia dal 1985 al 1989 e ha promosso il progetto "Analisi di un territorio", che ha portato alla realizzazione dell'omonimo libro, che CasteldacciaPuntoDoc allega in versione integrale.
Di seguito la nostra intervista realizzata all'inizio del 2014.
Gentile Preside Pezzini,rinnovo i miei ringraziamenti per la Sua disponibilità e collaborazione, e ne approfitto per farle tanti auguri di buon anno, da parte mia e di Nino Fricano, con cui porto avanti questo progetto CasteldacciaPuntoDoc. È davvero confortante, per noi, sapere che c'è gente che ha vissuto – per un motivo o per l'altro – nella nostra comunità e che ora è disposta a ricordare e raccontare. Raccontare, ecco. A noi piacerebbe "semplicemente" che lei ci raccontasse la sua esperienza a Casteldaccia, cosa è stato per Lei vivere e insegnare nella nostra cittadina, cosa ha scoperto, cosa ha vissuto e con che cosa si è confrontata. Cosa ha visto negli abitanti del nostro paese, soprattutto nei più giovani, quelli che – a fine anni '80 – stavano vivendo la loro prima adolescenza.
domenica 16 agosto 2015
Una notte a Casteldaccia (da «Il Carabiniere» del 2 luglio 1887)
Un paesello del circondario di Palermo che conta appena duemila abitanti. Sopra di esso verso la metà di agosto si scatenò una di quelle bufere che, tanto spaventevoli, ricorrono soltanto nelle nostre province meridionali, ove la natura nelle sue manifestazioni assume per lo più tratti vigorosi ed eccessivi. Sull'infelice abitato di Casteldaccia il 16 agosto era calata la notte. Non occorre dire che per le vie non s'incontrava anima viva, tutti i terrazzani essendosi rinchiusi nelle rispettive abitazioni, in preda a viva trepidazione per le sciagure che presentivano che da un momento all'altro li avrebbe colpiti.
mercoledì 5 agosto 2015
Casteldaccia: tre giorni di eventi, incontri e musica per ricordare Andrea Raia
Tre giorni di incontri, musica ed eventi per ricordare Andrea Raia a Casteldaccia. Grazie all'instancabile lavoro del Comitato Andrea Raia, nel comune alle porte di Palermo si potrà parlare ancora una volta della figura di Raia e dell'attualità della lotta alla criminalità organizzata nel territorio. Saranno toccati i temi caldi del momento: gestione rifiuti, racket, beni confiscati, con interventi di alto livello e una location d'eccezione: il baglio della Torre del Duca di Salaparuta.
lunedì 29 giugno 2015
La Voce del Cittadino
La voce del cittadino, attivo dal 1999 al 2010, è stato coordinato dall'ex sindaco Giuseppe Schembri (1928-2019; sindaco nel 1967, nel 1983 e nel 1994). Si pubblicano atti amministrativi integrali, ma anche riflessioni, analisi, commenti, invettive, lettere aperte sui temi riguardanti quasi esclusivaamente la politica comunale. Al di là delle posizioni e degli schieramenti espressi dagli autori degli articoli, è innegabile un grande valore storico-memorialista della pubblicazione in quanto racconta - con dovizia di particolari sui meccanismi interni alla macchina amministrativi - più di un decennio di vita casteldaccese.
Il “comitato di redazione”, come indicato sul primo numero, è composto da Sandro Musco, Giuseppe Schembri, Giacomo di Salvo, Ines Romano, Giuseppe Badalamenti, Cosimo Virruso, Gaetano Aiello.
In seguito, la redazione si impoverì, fino agli ultimi anni di vita del giornale, in cui restò il solo Schembri ad occuparsene. I direttori responsabili che si avvicendarono furono i giornalisti Michele Manna – direttore pure de Il Settimanale di Bagheria – e Marianna La Barbera.
Scarica i numeri in pdf de La Voce del cittadino:
domenica 24 maggio 2015
Cento anni fa l'Italia entrava in guerra. 66 i caduti casteldaccesi nella Prima guerra mondiale
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio...
La guerra del 1914-1918 fu la prima guerra mondiale e di massa nella storia dell'umanità. L'industria metteva in campo nuovi modi per uccidere e recare distruzione.
Le cause dello scoppio della guerra sono varie e molteplici. Revanscismo, strascichi di Risorgimento, il completamento dell'unità d'Italia con l'annessione del Triveneto, tensioni sociali, fermenti di nazionalismo e socialismo, operai che vedevano nel futuro la Rivoluzione e nella guerra la possibilità di innescarla. Nel sacrificio insensato e nella visione di una guerra "purificatrice", le speranze del riscatto sociale. E anche i poeti cantarono e invocarono la guerra.
Il 24 giugno 1914 Gavrilo Princip uccideva a Sarajevo l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo, erede al trono dell'Impero Austro-ungarico. Era il pretesto che si attendeva per dar fuoco alle polveri.
L'Austria doveva dare una lezione ai terroristi serbi. La Russia interveniva come alta protettrice dei fratelli slavi. La Francia, legata alla Russia per il contenimento dell'Austria. La Gran Bretagna interessata ancora una volta ad arginare il crescere di qualunque potenza capace di bilanciare sul continente il suo dominio sui mari. La Germania voleva solo rompere l'assedio che le stringono tutt'attorno gli altri, impedendole di crescere in potenza secondo natura.
lunedì 27 aprile 2015
Storia di Orazio Costantino
di Nino Fricano
27 aprile 1969. Il carabiniere Orazio Costantino rimane vittima di un conflitto a fuoco nelle campagne tra Casteldaccia e Altavilla.
37 anni, originario di Castroreale Terme in provincia di Messina, sposato e padre di due figli di 7 e 3 anni, Orazio Costantino è molto conosciuto a Casteldaccia perché vi ha prestato servizio fino al suo trasferimento (18 agosto 1967) presso la Stazione di Bagheria al Nucleo Investigativo. Durante il suo servizio a Casteldaccia - nel novembre 1965 - riesce a sventare un traffico di sigarette di contrabbando, intercettando uno sbarco presso una spiaggia di Casteldaccia. Mette in fuga la banda, composta da dieci uomini, e ne arresta uno.
Torniamo a quel 27 aprile. Nell'ambito della sua attività investigativa Orazio Costantino partecipa a un agguato, una trappola architettata dai carabinieri per cogliere in flagrante l'estorsore di Carlo Panno, commerciante di vini di Casteldaccia, oggetto di numerose lettere minatorie, minaccia di morte rivolte a lui e alla sua famiglia.
Storia di Orazio Costantino - Documenti
1) Le foto della cerimonia in occasione 42esimo anniversario dell'omicidio di Orazio Costantino (Amministrazione Di Giacinto). Si possono vedere le due steli commemorative, la prima presso via Carlo Cattaneo, la seconda in contrada Fiorilli-Ciandrotto, presso il luogo dell'omicidio. (Fonte: Assarca.com)
giovedì 19 marzo 2015
Quel fantastico marzo 1986
di Vincenzo Accurso
foto di Giuseppe Di Giacinto
Il 19 marzo 1986 Michele Sindona fu condannato all'ergastolo come mandante dell'omicidio Ambrosoli, il giorno dopo fu trovato in coma in seguito ad avvelenamento da caffè corretto con il cianuro. Le guardie del carcere di Voghera, dove era detenuto lo sentirono gridare “Mi hanno avvelenato!” dopo di che il finanziere di Patti entra in coma. Morirà due giorni dopo. È l'Italia dei sospetti e delle trame, ancora convalescente dallo scandalo della P2, presidente del Consiglio era il socialista Craxi appoggiato da un classico pentapartito. Era l'Italia di De Mita, Spadolini e del sempiterno Giulio Andreotti subito sospettato di avere a che fare con quel caffè corretto. La Juventus veniva eliminata dalla coppa dei campioni dal Barcellona, nonostante una grande partita e Alboreto prometteva sfracelli con la Ferrari. Presidente della Regione era il catanese Rino Nicolosi.
venerdì 6 marzo 2015
"La mia poesia, la mia anima in tormento" Storia di Elvezio Petix
di Pietro Simone Canale
Elvezio Petix (pseudonimo di Elvezio Cara Pitissi) nacque a Lugano il 6 marzo del 1912. Era il primo di undici fratelli e la scelta del nome ricadde proprio sul fatto che fosse il primo della famiglia a nascere in Svizzera. Le origini erano tuttavia altre: la madre era di Palermo e il padre di Genova. Dopo numerosi trasferimenti Elvezio Petix e la sua famiglia si stabilirono a Casteldaccia.
lunedì 26 gennaio 2015
Giorno della Memoria: i Casteldaccesi nei campi di concentramento
di Pietro Simone Canale
«Fino all'8 settembre del 1943, l’Italia fascista e la Germania nazista erano alleate, [...] ma, dopo l’armistizio firmato da Badoglio con gli anglo-americani e dopo la costituzione, nel nord della penisola, della Repubblica di Salò guidata da Mussolini, per i nazisti l’Italia era un paese nemico e, in più, traditore.
Iniziò allora, dal territorio della Repubblica di Salò, la deportazione degli italiani, favorita dalla collaborazione fra la Milizia fascista e le SS.
A [settanta] anni dalla fine della guerra, ancora non è possibile stabilire con certezza l’identità ed il numero degli italiani che furono deportati nei campi di sterminio e di annientamento nazisti. La stima più accreditata fissa in circa 44.000 il numero di italiani che furono rinchiusi nelle centinaia di lager, di cui il regime hitleriano aveva costellato l’Europa invasa.
Dei deportati italiani, almeno 8.600 furono gli ebrei e circa 30.000 i partigiani, gli antifascisti e i lavoratori (questi ultimi arrestati in gran parte dopo gli scioperi del marzo 1944)»,[1] a cui si aggiungono circa 650.000 IMI o carcerati militari o ufficiali antifascisti. Se si escludono i militari internati circa il 90% dei deportati italiani perse la vita nei campi di concentramento.
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