«Si superano, in
breve volgere d'ore, distanze immense, si bruciano, in una sola giornata,
esperienze ed attività che abbisognavano di anni. Difficilmente ci si trova,
fermi, nel raccoglimento della ricerca e dello studio, nella riflessione su ciò
che è stato e che spesso in tanta parte è presente tra noi, anche se non ce ne
accorgiamo specie quando, a prima vista, può non sembrare utile ad agevolarci
nella nostra ansia di procedere, di andare.
E non ci
accorgiamo di trascurare una ricchezza: quella del nostro passato, del nostro
passato non di singoli, ma di comunità, del nostro passato sociale, di ciò da
cui proveniamo e in cui siamo inseriti, di ciò che tante volte spiega il
presente e può gettare fasci di vivida luce sull'avvenire.
Una ricchezza,
perduta, dunque, o comunque trascurata quella della storia: la storia della
nostra comunità, della nostra piccola comunità, cui ci sentiamo o diciamo di
essere distaccati, che comunque, spesso, preferiamo sfuggire bruciati dal
vorticoso e sovraccarico volgere del giorno che passa.
Eppure, proprio
lo sforzo di riallacciarsi al passato, di sentirsi continuazione ideale di
esso, pur nelle forme e nei modi nuovi e necessari, potrebbe costruire, specie
per i giovani, uno degli antidoti più efficaci al loro sentirsi 'rovesciati nel
mondo', secondo l'espressione di un filosofo esistenzialista, a loro smarrirsi
in pensieri di inutilità della vita, a loro cercare una strada che senza
estraniarli da sé li renda tutti se stessi». Con queste parole Mario Fasino,
Assessore regionale all'Industria, commercio e demanio, introduceva il libro di
Rocco Russo, Casteldaccia nella storia
della Sicilia.[1]
Rocco Russo nacque
a Vicari (PA) il 4 novembre del 1912 da Luigi e Rosalia Pollaci. Fu ordinato
prete il 12 luglio del 1936, dopo aver frequentato il seminario di Palermo. Il
3 luglio del 1947 si laureò in lettere e filosofia. Morì il 7 agosto del 1979.[2]
A Casteldaccia
fu prete dal 1949 al 1973. L'attività sacerdotale di Padre Russo s'intreccia
con la storia di Casteldaccia, tanto da rendere quegli anni di attività
parrocchiale "mitici" nella memoria dei casteldaccesi: erano anche
gli anni di boom economico. Sta di fatto, che l'opera di Mons. Russo è ancora
presente nella Chiesa di Casteldaccia - si pensi al restauro della Madrice - ma
anche nel paese. Il Centro Sociale è una delle prove concrete della forte
azione di Padre Russo sul territorio.
Persona coltissima
e di intelligenza raffinata, mons. Russo fu autore nel 1961 del primo libro su
Casteldaccia, sulla sua storia e sulle sue tradizioni.
La storia
amministrativa, parrocchiale e nobiliare di Casteldaccia è inserita con attenta
e precisa cognizione all'interno della storia siciliana e nazionale. Il libro è
caratterizzato dalla perizia, dall'impegno e dall'amore per la cultura. Esso non
è l'unica opera del parroco, infatti, il sacerdote fu anche autore di un'altra
importante opera storico-diplomatica, La
Magione di Palermo negli otto secoli della sua storia, edito dalla casa
editrice Aracne di Palermo nel 1975. E la Magione fu l'ultima chiesa dove fu
sacerdote. Anche in questo caso, l'amore per la cultura lo portò a conoscere e
scrivere la storia del luogo in cui la sua missione di sacerdote lo aveva
portato.
L'importanza del
libro di padre Russo non si limita soltanto all'analisi storica, ma anche - ed è
forse questo l'aspetto importante dell'opera - all'analisi demografica della
popolazione casteldaccese nel corso della sua storia, attraverso lo studio dei
registri parrocchiali.
Una parte del
libro è dedicato alle tradizioni, in particolar modo al recupero e alla
valorizzazione di quella produzione orale di preghiere, racconti e canti. Erano
tradizioni che al sacerdote dovevano apparire a rischio dispersione e oblio, se
alla fine degli anni '50 curava di imprimerle a stampa.
Padre Russo e il
suo libro hanno reso, e rendono ancora oggi, un grande servizio alla comunità
casteldaccese, poiché sono stati e saranno ancora un baluardo a difesa della
conoscenza storica su Casteldaccia, pur con i loro ovvi limiti (non bisogna
dimenticare che il libro si ferma all'inizio degli anni '60), e della
salvaguardia di un patrimonio di tradizioni popolari, che altrimenti, nell'indifferenza
spesso mostrata per le proprie radici, Casteldaccia avrebbe perso
definitivamente. Questa storia di Casteldaccia é pertanto «un atto di
intelligente amore verso i suoi concittadini e parrocchiani, stesa sottraendo
ore preziose al riposo, dopo giornate intense di lavoro, frutto di pazienti e
minuziose indagini compiute tra notevoli difficoltà.
Ne è venuto
fuori un volume ben strutturato nel suo insieme, vario e attraente, di agevole
e conquistante lettura, che fa rivivere, dagli inizi ai tempi d'oggi, le
vicende della ridente cittadino non solo sotto il profilo storico politico, ma
anche religioso, culturale, sociale ed economico».
Riportiamo Due parole per introdurci con cui padre
Russo avvia il lettore alla scoperta del suo libro:
«La necessità di
ordinare i libri parrocchiali, bisognosi di cure anche nella legatura che non
sempre accoglieva una rubrica leggibile, e la consultazione consueta per motivi
di ministero fatta negli atti originali (qualcuno redatto in un latino di un
certo interesse), mi hanno indotto a prendere qualche appunto che è alla base
di questo modesto lavoro.
Il dovere di
stilare un 'cronicon' per documentare la vita di parrocchia, fatta di molte
speranze e di qualche realizzazione, m'ha portato a buttare gli occhi sulle
carpette colme di documenti, i quali porto a conoscenza i buoni fedeli che la
Provvidenza m'ha affidato in momenti di emergenza, perché sia resa
testimonianza alla verità.
E perché il bene
conquistato a gloria di Dio sia motivo di incoraggiamento stimolatore a fare
meglio per l'avvenire.
Inquadrare la
storia della Parrocchia, che é la storia di Casteldaccia, nella storia di
Sicilia, vista in sintesi panoramica ma sufficientemente chiara anche per
coloro che studiano le civiltà orientali ed occidentali e sono sempre in attesa
di studiare le cose di casa propria, come mi dimostra l'esperienza ventennale
della scuola, mi è sembrato più decoroso: un quadro d'autore classico soddisfa
meglio il senso estetico presentato in una bella cornice dell'identico stile e perché
il particolare, quale che sia, si comprende meglio nella luce del tutto di cui,
come raggio proiettato dal sole, è parte integrante.
Il dovere di
gratitudine che non conosce tramonti verso i miei genitori, legati a filo
doppio alla mia vocazione ha fatto il resto: per benedirli e farmi benedire nel
ricordo del XXV anno di Sacerdozio.
Casteldaccia, 12
luglio 1961».
Abbiamo pertanto
deciso di dare ai nostri lettori l'opportunità di usufruire del libro di Padre
Russo, perché riteniamo che debba essere riconosciuto a ogni Casteldaccese il
diritto di averne una copia, di sfogliarla e leggerla. Un diritto che si fa
forte anche del difficile reperimento del libro.
Indice
dell'opera (apri il link per scaricare il pdf dei singoli capitoli):
[1] Per una nota biografica su Mario Fasino, ex-presidente della Regione
Siciliana, rimandiamo a http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Fasino
(ultimo accesso: 21/03/2014); per l'attività politica rimandiamo a http://www.ars.sicilia.it/deputati/scheda.jsp?idDeputato=266
(ultimo accesso: 21/03/2014).
[2] Per una nota biografica su Rocco Russo e sulla sua attività sacerdotale a
Casteldaccia rimandiamo a M. V. Piraino-R.
Purpi, Casteldaccia. Storia e
ricordi, Casteldaccia, Logos, 2005, pp. 73-81.
[*] Le foto sono tratte dalla raccolta Cresime, comunioni e battesimi e il nostro clero di Casteldaccia: "come eravamo".
[*] Le foto sono tratte dalla raccolta Cresime, comunioni e battesimi e il nostro clero di Casteldaccia: "come eravamo".
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