di Pietro Simone Canale
La vita del soldato – Prima Parte
Quella del soldato casteldaccese è la vicenda dei POW (Prisoners of War), finora poco studiata, sebbene esistano importanti opere storiografiche su di essa e un’interessante memorialistica di coloro che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ebbero la fortuna di rientrare in Italia dalla prigionia.
Il fenomeno dei POW non deve essere confuso però con quello degli IMI (Internati Militari Italiani) rinchiusi nei lager nazisti, poiché diverse sono le loro caratteristiche.[2]
La triste storia, qui riportata, è parte della storia militare della Seconda guerra mondiale, ma è nello stesso tempo un piccolo contributo alla storia sociale italiana del Ventennio ed in particolare del Meridione sotto la dittatura. Quella di Minneci è uno dei tanti frammenti di storia collettiva.[3]
Ricostruire la sua vicenda personale non è stato semplice, poiché i documenti in possesso non sono molti e le informazioni che da questi si ricavano sono poche e parziali. Tuttavia, si è fatto ricorso alle opere storiografiche sul fenomeno e alle testimonianze edite di chi ha vissuto in quegli anni la stessa sorte e la stessa prigionia, al fine di rendere più comprensibile la tragedia umana non solo del militare, ma di tutti i soldati italiani catturati dagli alleati. Inoltre, è possibile consultare le trascrizioni delle lettere e delle cartoline inviate dal soldato alla famiglia al seguente link Documenti